349 opere, da che egli ha mutato stile, è quello della più sapiente e filosofica ¡strumentazione. 11 linguaggio dell’ orchestra segue appuntino quello della espressione ; ogni nota, a così dire, è ponderata, studiata, messa con intenzione, onde alcuni effetti armonici sono veramente mirabili. Se non che questi sono pregii e bellezze pei maestri, per coloro eh' hanno il sentimento e la conoscenza dell’ arte, non per chi domanda alla musica soltanto una possente, ma facile espressione, che parli al cuore e all’orecchio. Il concetto musicale è spesso avvolto in troppo lavoro, sì che non si raccoglie subito, e non è eguale alla fatica il diletto. Tutto lo spartito non è però egualmente difficile e in molti pezzi si nota un bellissimo canto, come nella cavatina della donna, nell’ aria del basso, nella cabaletta del duetto tra basso e tenore nel se-cond’ atto. Ma i luoghi veramente eminenti, quelli, in cui traluce del pari e 1’ ingegno e la profonda scienza musicale del maestro, sono il sestetto del finale del primo, la grande scena del giuramento nel secondo, e tutto il finale del terz’ atto ; pezzi tutti e tre del più sublime e magistrale lavoro, ed ai quali s’accesero vivamente gli animi ; tanto che il maestro ne fu