263 sica, dice dalì’altro della conveniente sua esecuzione. E nel vero, ad onta del soverchio fragore, di cui danno cagione al maestro, la musica de’ Lombardi risplende di maschie bellezze : la romanza della donna, per leggiadro artifizio'di numeri, se non per ¡spiegata melodia, il finale dell’ atto secondo, il duetto e il terzetto di quello che seguita, e il coro dell’ultimo, sodo senza controversia concetti ingegnosissimi, ed assai ingegnosamente' espressi e lavorati; ella è l’arte in tutta la sua eccellenza. E in questi principalmente si fecero distinguere i cantanti. La Rossetti, Giselda, se non è attrice,^ certo cantante gentile, ch’ha voce bella e intouata, e migliore ancora la maniera del canto. S’aiuta, è vero, un po’delle braccia, dà pugni all’aria, ma si dimentica di leggieri questo tenue difetto quand’ ella ci fa sentire quelle pure sue note, e quel soave magistero con cui rende così la romanza ehe l’a solo, da cui omincia l’anzidetto ; finale. Ella ci ricordò a più