•234 zione. I Romani, che avevan ridotto ad arte e disciplinato l’applauso, l’altra sera avrebber potuto apprendere qualche cosa da noi. Per la solennità della occasione, s’era dato il sacco, non pur a’ nostri, ma a* giardini de’ paesi d’intorno, e ad ogni danza, che dico? ad ogni suo passo, piovvero da tutte le parti, a destra a sinistra, da’ primi ordini e dalle soffitte, corone, ghirlande, e fin arpe e cetre ingegnosamente conteste di fiori, e mazzetti, e mazzi giganti. I fiori erano tutti de’più eletti; la rara camellia era profusa, quasi vulgare violetta; a’veri si mescevano i finti del più squisito e sottile lavoro, con gran ricchezza di nastri, e talor pure de’più preziosi fermagli. Ci fu anche una minuta spruzzaglia, che voleva essere pioggia d’oro, ma appena ce ne siamo accorti. E la Elssler, a tanti onori riconoscente, superò da vero in tal sera sè stessa ; al suono della più ardente richiesta, ripetè presso che tutti i più leggiadri suoi passi, nè si sapeva dov’ella attignesse a tanta fatica la lena. L’ammirazione è ben talora crudele e senza viscere di misericordia! onde alla fine del passo a due col Palli' vini, parvero poco a rimunerarla e i fiori e il suono delle voci e de’ polsi ; e s’agitarono, co-