250 bile, raggiungere il concetto della gente, e vincerne la memoria. E ciò non pertanto la nuova Rosina, Teresina Karker, di nazione Prussiana, ma qui al canto educata dal chiaro maestro Devai, non venne meno alla sua parte, e specialmente, dove più malagevole pa-rea la riuscita, nella sua cavatina ella cantò con grazia, con brio, con voce intonatissima ; esegui con rara facilità e purezza que’ non facili, agilissimi passi, che ne chiudono la cabaletta, e la impressione da lei prodotta nel pubblico sarebbe stata ancora maggiore, se nella replica, ella non avesse, a pompa di maestria, mutato con altri que’ passi : i quali, benché a perfezione eseguiti, pur giunsero come inaspettati, e certo non avevano il musico valore di quelli che s’aspettavano. Ciò non pertanto qui grandi e pieni e universi ruppero gli applausi, e si volle fin veder sulla scena il maestro di così valente discepola. Il malagurato pensiero di metter mano in quel di Rossini e di sostituire le proprie alle sue fantasie, fece perder un tratto l’effetto al duetto che segue tra lei e Figaro. Certo, quelle fioriture, le nuove frasi furono da lei rese con ogni maestria, ma elleno non valevano a gran pezza quelle di cui usur-