387 parte per odio a quel vagheggino di Ernesto, che gli sconciava le sue faccende, e di cui vo-lea vendicarsi, si lascia facilmente da loro accalappiare, entra con essi in convegni: onde, ributtati i nemici e scoperta la trama, sta per pagarne il fio. Se non che la bella vincitrice ne ottiene il perdono: con la compassione di lui, le ritorna l’amore, e il ballo termina, come tutte le commedie e le fiabe, con un bel paio di nozze, figurate in una specie di tarantella napoletana. Per le anzidette ed altre cagioni, 1’ accoglienza fatta al ballo fu alquanto fredda. Passò stagione, in cui la gente si prendeva a capegli, per contrastarsi, nobil gara! nn guanto della Malibran, o non si teneva disonorata di far della schiena predella alla Taglioni, perch’ella salisse in carrozza. L’uomo ora sente un po’più la sua dignità, e in ciò io, spesso incredulo, riconosco veramente il progresso. La Cerrito e il Saint-Leon furono dunque al loro apparire misuratamente festeggiati, come va festeggiato qualunque talento si tolga dal comune, a qual ordine egli appartenga; poiché tutte le arti sono sorelle, e le più umili sublima il primato. La Cerrito è tipo di grazia e di leggia-