317 me nelle parrocchie foranee, i sessi, per decenza, sono divisi, e gli uomini ballau da sè, le donne fra loro. Se non che quelle danze si trovarono d’un carattere troppo guerriero o un poco schiavone; erano una specie di moresca, battuta nelle debite forme, quale si vide lo scorso autunno all’ Apollo, e un tantino anche di sotto; quel cozzo e quel tremendo fragore di spade parve soverchio, e queste alla seconda sera si obbligarono n rientrare salutarmente nel fodero. Gli altri ballabili rallegrano il trionfo del Malatesta, e qui non imitano nessun particolare costume; potrebbero tutt’al più figurare uno spettacolo di Merceria, tanta è la mostra di veli, di fasce, e fin di vasi di fiori, e ghirlande. Tutto il bello si ristringe adunque al passo a due danzato dalla Polvi e dal Car-rey, che fanno a gara per superarsi, e tutti e due l’abbellauo, questi con sempre nuove, arrischiatissime pruove, che mai o quasi mai non gli falliscono; quella con l’usata leggiadria de’suoi passi e d’alcune movenze. Il ballo, ch’ha il pregio d’una bella musica, è posto altresì in iscena con grande ricchezza e varietà di decorazioni ; e anche qui si dee far plauso al Bertoia, che nel luogo alpestre ha trovato argomento a bellissima scena.