212 Guardiana e depositaria delle più belle tradizion del passato, la Compagnia de’ Napolitani ha da oltre un secolo e mezzo il diritto di dar quasi il tocco, l’intonazione alla gran sinfonia. Sorta col carnovale del 1679, eli’attraversò gloriosa tre secoli; sonò giubilando la sua tarantella a’ trionfi del Peloponnesiaco, vide i tempi della guerra di Candia e temperò meno ardita le corde de’suoi strumenti, vide e sostenne il turbine del 97. Senza di lei non comincia la festa; nè s’ode appena risonar per l’aria la nota canzone, non appena luccicano al sole i mille bottoni della sua assisa, che già in piazza sorge la folla; sorgono i banchi del nobil fischietto; piglia moto 1’assordante commercio de’ fragili, ma non meno possenti campanelli di creta; trovano l’insolente diploma i Lustrissimi, ch’han per saluto imprecazioni e strapazzi: pungente satira d’altri costumi! gentile brigata corre trionfando le vie, visita co’suoni e coi canti i siti anche più tranquilli e rimoti, festeggia alle finestre e in casa gli amici, ed ebbe quest’anno pure l’onore d’essere accolta dalle LL. AA. RR. la Duchessa di Berry e il Duca di Bordeaux, che molto si compiacquero delle sue spiritose ed oneste facezie.