260 con eguale favore. In un tompo, in cui la gente è si poco disposa al maraviglioso, e trovò la spiegazione di tanti secreti, ei pur seppe ingegnosamente sorprenderla, cangiò le carte in mano a’ più destri, e fé’ dubitare del vero. Tutti i suoi giuochi non si distinguono per novità; ma egli ha il merito grande d’averne i più perfezionati e raggentiliti. Quel rozzo a-stuccio, p. e., il quale, al cenno d’uno spettatore, mandava fuori a tempo di musica la carta prima trascelta, si mutò in uno specchio grazioso con due cortinette, che, come avessero senso e intelligenza, da sè s’aprono e lasciano vedere infitte nel vetro le carte. L’ingegno è il medesimo, ma l’applicazione diversa e l’effetto assai più piacevole. Molti giuochi però sono di sua invenzione, e si videro per la prima volta. Egli ha certe sue portentose cassette, che fan veder l’impossibile : le chiudete vuote con le vostre mani medesime e le aprite piene: ci nascondete una carta, e ci trovate dentro niente meno che un gallo, che non si sa nè meno come ci possa capire; riponete un fazzoletto e n’escono fiori, piume, fettucce da empirne il teatro; e pur quelle cassette non escono dalle vostre mani. Il Coletti ha molta