275 Il Moriaìii, che si tacciava altre volte di freddezza, qui altamente si rilevò della imputazione, emulando la più nobile e gagliarda espressione della tragedia; e quand’egli si oppone alle violenze d' Appiani, che vuol domandare alla statua la rivelazione del secreto di lui ; quand’egli in ginocchio lo prega a deporre il nemico pensiero, e impossente a ogui altra difesa, abbatte l’opera del suo infelice scarpello, e lo impreca; nella rappresentazione del- lo scoramento e del dolore ch’indi l’assale, la sua azione non può essere più ragionata, più viva, più vera: gli animi si commuovono, e più d’un ciglio amoroso si bagna di lagrime. E però di leggieri gli si perdona, se talora, nell’ impeto della passion che lo investe, si lascia fuggire alcun grido incomposto, o se volgendosi, nella sua disperazione, contro il destino, gli fa come guerra dando del pugno sul tavolino. Son piccole ombre in mezzo gran copia di luce. Il Zucchini in quella d’Appiani non ha una bellissima parte; in generale qui la musica non favorisce o careggia se non il tenore ; tanto che non sappiamo nè meno come il Moriani possa reggere alla grande fatica e serbar sì intera e limpida la sua bellissima vo-