220 na, e la toglie alla vista. Ora, entriamo nel dominio de’ sogni ; da questo punto tutta la gente opera quasi per sonnambulismo. Quella nube-cortina separa il regno delle cose vere da quello delle visioni, ed è come se l’avvisatore uscisse in sulla scena ad annunziare: Signori, non vi pigliate passione del fatto: ella è fin-ziou di finzione. E nel vero in un attimo sparisce l’umil ricetto di Gand; e non ci maravigliamo tanto di trovarci dal detto al fatto, di pieno giorno, in Venezia nel gabinetto del palagio di S. Lu-car, quanto di vederci seduta in amorosi collo-quii col suo seduttore, e adorna di magnifiche vesti, la leggiadra fanciulla, cbe allora allora avevamo lasciata sulle innocenti sue piume in farsetto. Non sappiamo come 1 ' Elssler in si picciolo spnzio di tempo abbia mezzo di compiere s\ perfetta trasfigurazione. Come si vede, l’azioue è più bizzarra e iantastica, che drammatica; si prendono in generale assai poco a cuore i fatti sognati, quand’altri non volesse cavarne i numeri pel lotto; oude qui son poche le situazioni, in cui un’ attrice, qual è la Elssler, possa mostrare la grande e fina sua arte. Per questo rispetto