ifcono quelle schiere di: maschere sì composte e fcivili, che non si toccavano pur delle dita, ■Se giravano come in procession la città, tenen-J, dosi a mano, per rispetto, col fazzoletto ? Dove ^ que’bizzarri travestimenti d’ogni costume, per ; cui, come a> Firenze, noi pure avevamo i nostri i| canti carnascialeschi ;. quelle allegre ortolane, i per esempio, che uscivan del dì col loro chitar-| rone ad armacollo, ed avevano per ogni arte ed , ogni bottega una strofa più o men saporita? Tutte queste specialità, che facevan sì bella, sì gaia, sì singolar la stagione, sfumarono; il popolo trova più. comodo e acconcio indossare un’ antica signorile guarnacca sdruscita, e vendicarsi dell’ abbiezione di tatti i dì, coll’assu-mere un giorno, un’ora forse nell’anno, la bur-banza de’ricchi, e mandando tutto il mondo di gran cuore in malora; rappresaglia innocente, ma non molto spiritosa o garbata. I soli Napoletani si serbano alle vecchie tradizioni fedeli ; e come altre volte, ne’ tempi più fiorenti della*, loro storica compagnia, uscirono ogni festa e‘ gli ultimi giorni ad allegrare de’lor canti & suoni, ed or anche de’lor balli, la piazza; visitarono le famiglie più illustri, intervennero aTlor festini. Con essi sostennero l'onore deli