52 o piuttosto alla gogna delle stampe il mio nome, pubblicando una lettera da esso segnata, a cui ella fece risposta, note e commenti, e n’empiè tutto Dolo (*). Un cristiano non poteva essere posto più soavemente in croce. Pur quella lettera non era scritta per esser fatta di pubblico diritto. Fu una lettera forse bizzarra, imprudente, se vuole, poco a lei riguardosa, come quella che imitando il suo latino pareva volerne pasto, il concedo ; ma eli’ era infine una lettera confidenziale, e s’ ella voleva rendere pan per focaccia al suo autore, doveva avvertire di non ci metter troppo più pepe eh’ essa non meritasse, rifacendosi in pubblico e coram populo, d’uno scherzo privato, e fatto, com’ ella direbbe, a chetichelli. E dopo avermi appiccato il sonaglio di quel libretto, ed aver accompagnato il mio nome co’ bei titoli di zotico, disavveduto Zoilo del Dolo, d’inclito impias trafogli, di sudicio e insulso bigheraio , scarabocchino , scioperalibrai e mille altre gentilezze siffatte ; dopo avermi così ben cantato il canto degli Ermini, e mes- (*) V. l’opuscolo pubblicato a Padova 1844 A. B. Tip. , intitolato Copia di Lettera ricapitata alla im-provvista dal Dolo.