385 tulio che V immaginazione può creare o la pas-sion suggerire. Ciò non gl’impedì però di ricopiare nella sua Giovanna le principali situazioni dell'Esmeralda, allargando così con quello d’altri il patrimonio suo proprio. La Corte de’ Miracoli qui si chiama la fiera di Lilla; Gringoi-re ha nome Gontiero ; Febo è trasfigurato in Ernesto; la poetica cameretta della bella Gitana, dov’ ella disegnava, con quella grazia che ognun si ricorda, l’amato nome su per le muraglie, o lo componeva, giocando, sul pavimento, qui si muta nella men pudica sala terrena della osteria dell’ Arco ; ma il soggetto della scena è il medesimo, eguale la situazione delle due fanciulle, dico Esmeralda e Giovanna, e Gontiero non è più felice deT tapino poeta, che termina, per tutta consolazione, il suo colloquio con ricevere una lezione di ballo. Che più? l’azione si compie nella guisa medesima, e Giovanna, come Esmeralda, è portata sulle spalle in trionfo. Ciò che non si è riprodotto è la parte drammatica della favola; qui non ha intreccio, non ha passione; manca la gran figura di Frollo, e la mimica è costretta a mostrarsi da un solo lato, quel della grazia, che lusinga, lasciando l’altro più possente dell’afri 25