219 Lucerna d'Epitelio della buon’anima dell’^1-velloni, con qualche variante. La bella fanciulla, ch’ha nome Beatrice, è in sul punto di commettere un grosso marrone; se non che ha la buona fortuna d’addormentarsi, e vede in sogno la misera serie d’affanni, a cui andrebbe incontro, secondando una mal concetta passione; onde, da quella buona figliuola ch’ella è, entra in sè stessa, e si ravvede, prima che il fatto sia, del suo fallo : vuol dire che accetta per isposo quel dabben giovine, che il padre le aveva destinato, ed a cui aveva nel suo cuore anteposto un barone, nel doppio senso della parola, il marchese di S. Lucar, specie di Don Giovanni in piccolo, che le aveva posto intorno l’assedio. Il passaggio dalla rappresentazione del mondo reale a quella del mondo de’sogni, è piuttosto repentino ed ardito. Il compositore fa gran capitale della sagacia de’ suoi spettatori. La bella fanciulla, eh’ è quasi per cedere alla seduzione, si ritrae nella verginale sua stanza, e da figliuola bene allevata, spento il lume, e trattisi ad uno ad uno quasi tutti i suoi panni, fa le sue orazioni e si corca; quan-d’ecco cala una nube in forma di negra corti-