55 ■ìorosauiente Fun l’altro le spalle, il che poi non sarebbe un caso si strano nè nuovo, lascia, i’edrocchino garbato, ch’io ti ringrazii della Suona memoria, e più ancora delle benigne paiole, con che m’hai voluto far festa. Tu m’hai ■iena di confusione e rossore, tanto che, se la lotterà arrossisse, io avrei dovuto uscir rossa Bn tutti i miei fogli. E a ringraziarti ho badato ■orse anche troppo ; ina vedi eh’ ho sulle spalle, o meglio tra’ piedi, una Guerra : sono alle mani con quella razza tremenda de’ Tog, debbo »artir le faccende civili od altre di quanto è il mondo, le quali per verità non procedono nè meno così quietamente, come si domanderebbe; onde se me la pigliai un po’consolata, credi che non ¡stetti con le mani alla cintola. Ed anche hai a pensare, che quest’abito, che tu chiami da festa, e certo è ancor nuovo, non si porta così ad agio, come il vecchio, il quale ho dimesso; come tutti gli abiti nuovi fin-ct’e’non si aggiustino alla persona, ei mi stringe ancora e più che un poco m’affanna. Se non che qualche cosa convien pur soffrire a parer bello, e sai eh’ io sono donna. Del resto, togliti del pensiero che per mutar panni io con e muti animo o cuore: e’non si può voler ma-