k MONSIGNOR CANONICO VIENNA A BELLUNO (*). Ab, monsignore, pur troppo è vero ! quanti’ uuo non ba aver bene, gli tempesta il pan nel forno! Vegga, io son l’uomo più. tranquillo e pastricciano del mondo, eh’ attendo solo a’ miei fatti, e fuggo, come dal fuoco, le brighe. Rispettando e riverendo altamente le lettere e’ suoi cultori, me ne sono tenuto sempre in disparte, poiché per quello ho sentito dire, quella repubblica non è delle più quiete, nè quella beute la più pacifica ; ed ecco eh’ a un tratto, fcenza volerlo e saperlo, da’ miei innocenti fornelli ini trovo balzato in mezzo al furore delle letterarie battaglie, e senza titolo alcuno colgo [già il più bel frutto che 1’ uomo per ordina-i'io consegue da’suoi dotti sudori, l’amaro fìel Jlella critica. E a lei debbo, monsignor, quest' onore, fnon ricerco nè meritato. Ella trasse alla Incedi Gazzetta del 22 gennaio 184.5.