423 signoril cortesia con cui trattava in sua casa, iudovinando gli altrui desiderii; come le secrete beneficenze facevano fede della natia sua carità. La Chiesa e la contrada di S. Felice piangeranno lungamente il loro nascoso benefattore; e le preci de’ poverelli, eh’ ei soccorse in vita, ed a cui ebbe il pensiero, anche in morte, pensiero ahimè! non secondato da effetto, per la istantaneità onde gliene fu tolto il potere, accompagneranno la bell’anima colà, dove le opere buone trovano sempiterna mercede. Certo; Iddio onnipossente lo aveva in terra privilegiato d1 ogni più raro suo dono, ed egli non ne fu sconoscente, e colla incorrotta sua vita, coll’ intima fede, che in lui crebbe co’ be-uefìzii, col santo uso di questi, ne attestava ogni giorno al superuo suo benefattore la gratitudine, facendo così in lui strumento di perfezione ciò che più spesso è quaggiù fatai cagione di perdita ! E quando io penso che noi insieme crescemmo, insieme leggemmo ne’libri, e fu un tempo ad ambedue comune la vita; quand’io penso a quell’ affettuosa, a quella fraterna consuetudine, che, non mai oscurata da nube di disgusto veruno, da allora viva tra noi si man-