297 certo merito alcuno, sono le bellezze di stile, aggiunte al testo nella versione. Il libro dice eh’ ella è una riduzione imitata dall’ opera de’signori Vacz e Royer. Or coinè una riduzione imiti, e non sia anzi la medesima cosa ristretta a proporzioni più brevi, non si saprebbe spiegare. E di questa fatta di peregrini concetti, di logiche frasi, è sparso pur tutto il dramma. I personaggi parlano a caso, accop-pian parole in servigio della musica, non altro, e per lo più esse non possono ritrarsi a nessuna ragionevol sentenza. Così il tremendo Eve-rardo, nell’ interdetto eh’ ei reca al re, gli dà questo ammonimento : Paventate il furore D'un Dio tremendo e saggio Che punisce V oltraggio, E assolve il peccator. Come quell’aggiunto di saggio accresca l’idea della grandezza di Dio nella sua collera, e com’egli punisca l’oltraggio, assolvendo il peccatore, sono tali sublimità di pensieri, a cui uon arriva il nostro corto intelletto. In eguale maniera, la povera favorita che non vorrebbe recar in dote il disonore al marito, così con sè medesima si consiglia: