;ì22 senza che nulla particolarmente vi muova, tutto il secoud’atto, benché qua e là si riscontrino alcuni tratti d’ingegnoso accompagnamento; finché giunge a compenso il finale, lavorato con arte squisita e bello in ispecie nella stretta, per una certa larghezza di composizione e la ricca melodia del pieuo coucerto di tutte le voci. Il terz’ atto ha di notevole un duetto tra il basso e la donna, il Badiali e l’Ilaye:, quando la iufelice, dal marito deserta, si ricovera nel seno paterno. La musica con la sapiente espressione qui segue e colora le varie passioni, onde sono agitati i due personaggi; ma elle sono parziali bellezze d’imitazione, piuttosto da piacere a’ maestri, che non da destar l’entusiasmo del comune delle persone. La stretta somiglia eziandio un po’ troppo al famoso : Deh perdona ! del Nabucco, chequi udimmo per la prima volta dallo stesso Badiali; il che rende anche più sensibile, per l’identità della voce e de’ modi, la somiglianza. 11 Badiali ha pure uua bella parte nel finale, che, come l’altro, si fa distinguere pel ben calcolato effetto della grandiosa melodia dell’insieme. Vaghissimo è il motivo dell’aria, con cui l ' Ilayez termina l’opera: que’passaggi, que’