92 che riceve singoiar novità dalla grazia somma, ineffabile, con cui ella rappresenta quelle care malizie, que’ moti affettuosi dell’ animo. Ella vince, ned è maraviglia, ottiene que’fiori, e il passo a due termina con una danza d’allegrezza, eh’ è un’ immagine, un’ ingegnosa variazione del walz, di brillantissimo effetto, e ch’ella danza componendosi colle braccia e colla persona non si può dire a quale vaghezza. La grazia della Cerrìto muove dall’ armonia delle bellissime forme, e dalla naturalezza e semplicità de’suoi modi. Si direbbe che in tutti i suoi movimenti eli’avesse dinanzi agli occhi i modelli più perfetti dell’arte antica, e quand’ella all’ attonito pittore, poiché nel ballo, come una scuola d’amore, ha pure una scuola di pittura, quand’ella a lui si presenta, e piega a tante e si varie pose la figura gentile, parrebbe di vederli tutti in lei riprodotti. Ristringer l’arte della danza al solo esercizio de’ piedi è assegnarle troppo scarsi, e non giusti confini. È quello un genere di bravura come un altro; ei può piacere, può essere applaudito, ma con esso altri non giunge a toccare o ad esprìmere il concetto