202 Il Bianchì correva dunque gran risico di sonare al deserto, se non era quell’atto generoso, che chiamò in folla il bel mondo per ammirare colla gentilezza la virtù dei tre cortesi stranieri, i cui nomi sarebbero forse tra’primi del-1’ Europa musicale, se sfortunatamente, o piuttosto fortunatamente per loro, non coltivassero l’arte a solo diletto, nascondendosi al pubblico sguardo. Il principe Poniatowshi cantò l’aria del-l’Anna Bolena, e la finale della Lucia di Lam-mermoor, e que’ canti, ne’ quali grandi attori qui pur lasciarono le più gradite memorie, parvero nuovi sul suo labbro; così nuova e intelligente fu l’espressione, con cui gli animò; ei sentiva nel cuor quelle note, e le faceva nel cuore ad altri sentire. Il Poniatowshi ha voce di tenore soavissima, intonata, è magistrale il suo canto, e ben ci si vede il conoscitore profondo. La contessa Nàko, e il cav. Martinoff sonarono il gran duetto di Thalberg per due pianoforti sopra varii pensieri della Norma, con quel fare ricco e grandioso eh’ è dato solo a’ sommi maestri; mai ¡strumento non rispose a più possente artifizio. Le due voci insieme si confondevano in un solo suono; pareva che