319 re Arturo, vuole giustificarla con la seconda, sostenendo d’aver fatto ottima scelta; in pruo-va di che, al cospetto di tutta la corte, ei dice, bugiardo! un gran mal delle dame, e finisce col rinfacciare alla stessa regina, presso a poco come Arbace a Mandane, ma con altri versi, che il nascer grande E caso e non virtù, e che, seie cose camminassero pe’loro piedi, Forse Arbace era Serse e Serse Arbace; eh’è quanto dire che la carbonaia sarebbe reginn, e la regina carbonaia. Quella buona Ginevra, la quale, siccome parrebbe da nlcune parole dettele da Tristano all’orecchio, non si sentiva forse troppo in sua coscienza tranquilla, non s’offende di quella scappata, anzi clementemente promette di piegare dinanzi a Griselda il ginocchio,ov’el-la sia tale quale la dipinge lo sposo. Qui, come aoraiui e bestie al primo annunzio della mirifica potenza dell’etere, l’infelice è assoggettata ad una serie infinita di esperienze e di pruove più o nien concludenti : e da prima a lei si toglie il bambino ; poi il barbaro marito la ripudia, la involge in un supposto delitto di Stato; e S. M. il re Arturo, eh’ ha la degnazione d’entrare a parte anch’egli del giuoco crudele, la separa dal padre e la manda in prigione, pila