348 re, che la gran lite sia aggiornata al di dopo. >Ia se in questa parte non raggiunse la semplicità dell’ originale, il Cammurano seppe però evitare il difetto della duplice azione, apposto al gran Corneille, terminandola con la morte di Camilla ; mentre nella tragedia, ella inutilmente si prolunga per un altr’atto, col giudizio di Tulio sul misfatto d’ Orazio. I versi in generale, e per libretto, son buoni, come sa farli il Cammarano. Egli serbò, benché nella traduzione perdesse un po’ della sua forza, il famoso qiï il mourût dell’ autore: Sol contro tre, che fardorea ? Morire. E cosi 1’ altro sublime concetto, divenuto gi>ì proverbiai tra’ Francesi : Et si Rome demande une vertu plus haute, Je rends grâces aux dieux de «' être pas Romain, Pour conserver encor quelque chose d’humain : che il poeta italiano traduce così: Se d' ogni affetto umano Per te la possa è doma, Se chi nàscerà in Roma. È crudo al par di te, Che non mifean Romano Rendo agli dei mercè. Il pregio principale della musica del maestro Mercadante, tanto in questa che nelle altre sue