303 poiché da una parte Valdimiro, di cui il nume piglia l’aspetto, ò già sposo promesso, dall’altra tutti que’ poveri Polacchi innamoran di lei ; onde non si sa che cosa sarebbe accaduto, se Aquilone, il quale spiccia d’ordinario assai furiosamente le sue faccende, non troncasse alla sua maniera le difficoltà, portando via la sua alunna. Ma ahimè ! chi può far capitale del vento? Il solo nume dell’oro, egli che si crede ogni cosa possibile, poteva sperare d’incatenarlo a’ suoi cenni, ed ecco che in sul più bello l’instabil compagno abbandona la disgraziata educanda, sotto l’onesto colore di meglio educarla alle umane sventure, e la lascia in Spagna alle mani co’ pirati, che la vendono appunto al Dey d’Algeri. Se non che quivi, per prodigio d’Amore, l’ha già preceduta, non sappiamo se il vero o il finto Valdimiro, ed ella poco non gioisce, come osserva il programma, trovandolo fra gli eunuchi. Amore che per pietà de’due amanti interviene in persona, li difende contro le insidie e gl’incompetenti ardori di quel feroce figlio di Macometto, e li conduce poi a celebrare le loro nozze nel suo paradiso; mentre Aquilone che squarcia le nuvole, ma osserva sì male i mandati, è dannato