140 XVI. Teatro d’ apollo. — Il Fornaretto, dramma di Francesco Dall’ Ongaro (*). Lo spettatore sapeva prima d’ entrare in teatro che avrebbe assistito, se non ad un' o-pera d’ arte perfetta, certo all’ opera d’ un uomo d’ingegno. Il Dall’ Ongaro, noto con onore per le sue belle poesie, per le prose eleganti di che adorna il Giornale da lui compilato in Trieste, aveva per sè la pubblica opinione, e 1’ annunzio del suo dramma fu accolto come una gradita notizia. Grandi erano la curiosità e 1* aspettazione, e tanto più pericoloso il cimento. Se non che in un tempo, quando generale è il lamento che la scena italiana d’ altro non viva se non delle barbare traduzioni di que’mostruosi drammi francesi, che, salvo pochi d’ingegni eminenti, cercano il bello nel-1’orrido e nello strano, violando ogni legge (*) Gazzetta del 24 maggio 1845.