420 cura accostarsi l’ora suprema, senza mandar pure un accento doloroso in mezzo alle più atroci ambasce, a lui facendo de’suoi lunghi tormenti olocausto. Il pietoso marito, quantunque dagli anni e più dal dolore affranto, non abbandonò un momento il suo letto, consolandola con ogni maniera d’amorose e fervide cure, e adempiendo gli ufficii del più umile astante. Ed ella, dal patimento e dalla religione santificata, sulle ali del conforto di Dio, volò a crescere il numero degli angeli in paradiso. II. Domenico Cerato Mora (*). Se il candido, illibato costume, un ingegno non vulgare, abbellito dalla più compita educazione, l’uso saggio e benefico delle ereditate ricchezze possouo dar diritto all’altrui lode in vita e al pianto e al desiderio de’superstiti in morte, tale tributo di giustissima stima non sarà certo negato a Domenico Cerato Mora, di cui oggi ahimè ! deploriamo la perdita. (*j Gazzetta del 24 decembre 1846.