373 che fanno bello il Nabucco e l’Emani, e si direbbe ch’egli avesse cercato più la singolarità che la bellezza nella sua composizione. Noi, per vero dire, non avemmo agio d’ udirla se non una sola sera, ma gli stessi accompagnamenti ci parvero un po’ trascurati. Ciò che, senza levarsi a somma musicale bellezza, si toglie però dal comune, è la scena e grand’aria del tenore nell’ introduzioue, a cui tengono dietro il duetto fra questo e la donna ; e la scena e grand’aria del tenore nell’ ultim’atto. I quali luoghi furono cantati con grand’arte dal Miraglia, ch’ha voce intonatissima, eletti modi di canto e garbo d’attore. Anche 1* Arrigot-U, nel suo duetto, non fu di sotto all’aspettazione. Mercoledì si riprodusse il Mariti Fallerò, un po’, a dir vero, manomesso da non so quali ommissioni, per far luogo al famoso duetto de’ Puritani, tra la donna ed il tenore, perfettamente cantato dal detto Miraglia e dalla Bochkoh. E nel vero, poche donne possiedono le qualità di voce di questa valente straniera ; ma-ravigliosa è la sua agilità e la purezza e nitidezza del canto ne’ passi più difficili e di bravura. Perfetta è la sua intonazione, animato e conveniente il suo porgere. Il Miraglia qui