306 re qualche altra cosa, che l’accompagnava, se anche da lei non dipendeva; onde non si può dire quali grate accoglienze, che buon viso si facesse a questa cara Lucia, che, bella ancora di tutta la sua prima freschezza, comparve sabato sera a rallegrare il nostro teatro: e non appena s’intesero quelle soavi, benché note armonie, che un dolce fremito di diletto tutto lo corse, nè fu labbro che non isciogliesse un inno di lode all’infelice suo autore, tauto più deplorandone la crudele sciagura ! Con la Lucia s’ ebbe pure una buona ventura: l' Hayez tornò sulla scena, e se prima la gentile cantante fu ammirata, l’ammirazione crebbe a più doppi qui, dove, la parte, sì varia e sì ricca di leggiadrissimi canti, off iva più libero campo allo splendido suo talento. Le opere vecchie e conosciute son come il saggio de’nuovi attori: eglino hanno a lottare con le antiche impressioni da quelle lasciate, e difficile è vincer la pruovà quand’elle, come fu di questa Lucia, furono allra volta perfettamente eseguite. E V Hayez non pure raggiunse, ma superò l’aspettazione di tutti. Mai quella cavatina, sì spesso ripetuta, non fu cantata con modi più eletti e peregrini, nè mai udita con