166 la Marziali son condannati dal libretto a una parte senza effetto ; han poche comiche situazioni, e la loro grand’arte, quanto ad azione, è perduta. La Marziali canta assai bene, e coi soliti eleganti suoi modi, la cavatina; la Cherubini, ch’ora per la prima volta s’avventura alla scena, possiede anch’ella una buona scuola ed orna convenientemente la sua; ma ella si compiace forse soverchio nel far pompa della sua voce, eh’ è quanto a dir nel gridare : nel che è maravigliosamente secondata, nel duetto del second’ atto, dal tenore, il Oraziani, che strilla aneli’ei la sua parte, tanto ch’e’par che facciano a superarsi insieme. Ben è vero che quanto pivi alzan le voci tanto pili crescon gli applausi ; ma e’ non si lascino prendere a questo laccio: tutti non hanno quella potenza d’orecchi, ned amano d’essere intronati. Il diletto non istà nel fragore, e in teatro si vuol far pruova d’arte, e non di vigor di polmone. Il Ferrarlo e il Cantiti sostennero bene la loro parte; e il Cambiaggio è qui il medesimo spiritoso attore degli altri spartiti : ha modi faceti naturalissimi; ci aggiunge qualche parola del suo, ma in minor dato e forse più opportunamente che altrove; in complesso però non ha una