i jz Della Hiftoria di Corfù. Italia, mi/èramente da’ barbari lacerata. Nariète , di na-tionePerfiano, hebbe il carico dell’itnprefa; ed egli, che, come eunuco, era meno, che huomo, fi fe conofcere più che huomo nelle battaglie. Per terra fi mofle con4forito efercito, à fine di vnirfi con Vitaliano, che con molto legioni nelPlllirio Tafpettaua. Ma mentre quefti fi apparecchiano à pafì'are in Italia, Totila manda la Tua armata^ verfo la Grecia, che in rouina fùpofta dal ferro, e dal fuoco . L’Epiro, l’Etolia, e l’Acarnania hebbero di che piagnere, però Corcira nonpuotelagrimare, poiché pochi furono gli occhi, che rimafero aperti alla ftrage, che in lei fecero i Goti. Il facco fu crudele, più crudele l’incendio, che le bellezze dell’ifòla riduffe in cenere. Quei, che rimafero viui vollero vendicarfi,e fòrti loro l’intento,mentre vnendo i loro legni con alcuni, c’hàica Vitaliano, a’ quali fi aggiunfero diece galee Veneti a ni, diedero fo-pra l’armata, che affediaua Ancona, e la ruppero à fegnO| che di quarantafètte naui Gotiche, fole diece fuggirono, c quelle, per paura, vicino al lido, furon bruciate. Nè vendetta minore prefe Nariète,il quale,vnito co’ Longobardi , disfece prima Totila, cpreflò Pauial’vcciiè ; e poi del nuouo Re Teia ottenendo vittoria, il Gotico imperio nell’Italia gloriofamente eftiniè . Eftinfè il Gotico,e vi f c forgere il Regno de’ Longobardi, fe non fallano le Hifto-riexóciofiacofàche,regnando in Oriente Giuftino fecondo, nipote di Giuftiniano, ch’era già morto, f u Nariète, per l’odio gli portaua l’imperatrice Sofia, richiamato alla corte con lettere obbrobrioiè, che fra gli altri chiudeua-no quefti lènti : non conuenire à vn’Eunuco la ipada, ^ che ritornalìè alla conocchia, e al fufo, Il che leggendo, ciò,