3 f4 Della Hifìoria di Corfù 1 iciolfedaCorfu, e fece vela veriò Tlfola di Cerigo, per incontrare Luzzalì, che con cento venti legni, ò, corno altri più probabilmente dicono , con ducento e più vafl'd-Ji, tra galee, e galeotte,iui prdfo, come le ipie riferirono, s’aggiraua. Nè l’auuifo fu falfo ; poiché nel luogo defi-gnato fi videro le armate, che fi poièro in ordinanza, ma, con diueriò diiègno ; laVenetiana riiolutiflìma di combattere, la Turcheica detcrminatiflìma à non volerla battaglia . L’aftutia di Luzzalì fù grande nel fuggire, ièr.za, inoltrarlo ; facendo rimurchiare da poppa le galee, cho moftrauanoa’Veneti la prora; e mentre co’l cannono parea, ch’egli attaccafleil cimento, i fuoi legni fempre addietro ne giuano. I noftri, che non s’auuidero dell’inganno, à poco à poco auuicinuuanfi,e mai non giugneua-no l’inimico,che co’paffi à i ouerfeio da loro s’allontanaua. Soprauenne in tanto la notte,c i Turchi fi pofero à fuggire, lafciando molte fregate, e fchifi con lumi accefi, à line , che fi credeflèro i fedeli, che iui aipettauano il nuouo giorno, per ièguitare il conflitto. L’alba diicoprì l’aitu-na, c i noltri preiero terra à Cerigo, da douepartironli’n buica deH’armata Ottomana, qual di nuouo trouarono vicina al porto delle quaglie ; e di nuouo videro, che, al-largandofi nell’ordinanza,parea voleflè prepararfi alla pugna . Ma appena il Proueditor Soranzo fece qualche impresone nel fuo corno finiftro cóla rouina di alcune galee, ch’ella fi pofeà fuggirccon difòrdine tale, che lei nofirirhaucfl'eroicguitata, iènzadubio, della maggia parte s’impadroniuano. Molto fi dourebbe incaricare il Foicarini, che non iòlo con la battaglia, e co’l corno fini-to , ou’crano i legni della lega, non fi moflè, ma alla vi-