SCRITTURE DI CRISTOFORO SABBADINO 133 Mazorbo, perchè 1’ uno ha le acque dolci continue del Sile, l’altro le acque del Dese e del Zero appresso lui. E però si cerca per queste et altre cause levar di questa laguna le acque delle fiumare, che escono in quella, et già si ha cominciato dalli doi fiumi Brenta et Bachion, che uscivano dal porto di Malamocco in zoso verso ostro, li quali vanno fuori nel mare per il porto di Brondolo, che è da 1’ un de capi della laguna. Bisogna adunque questi altri, che sono di sopra verso tramontana, mandarli fuori nel mare da l’altro capo per il canale de Lio Mazzor. Il che fato, più non acrescerà il canedo dalla boca di Sioco verso il porto di Malamoco, che è in la pegior parte di questa laguna e più dannoso a Venetia che in altro loco, perchè non vi resterà altro che le acque macre della Brenta, che vengono limitate dal Dolo in zoso, e quelle delli scolatori sopradetti, ali quali ancora si provederà, che non vi uscirà gozza di acqua dolce continua per esso porto. E per il presente si provederà che il canetto con il Siile, Dese et Zero e Marzenego non passarà di sotto le contratte fino al Lido. Si venirà a perficer lo antico aricordo di un gentilomo da ca’ Morosini, il qual già anni 160 in circa per salute della laguna dette questo aricordo, che quella tutta si havesse ad arzerar dalla banda verso terraferma con arzeri di muro, la qual terraferma allora non era tanto entrata in laguna, nè tanto 1’ haveva sminuita, come la si ritrova al presente. Il qual arzere lui non consigliava si facesse, per causa che le acque salse non salissero sopra essi terreni, ma faceva solo per intertenir le acque dolce, che non venissero in la laguna a rovinarla, come ha fatto. Ecco adunque che’ 1 si esequirà il suo aricordo, ma per altro modo et altra via, tamen si fa la istessa intention, che il levar via le acque dolci, corente e continue, che escono in quella. L’uno degli arzeri è quello, che comincia alla intestadura et edifici fatti al Dolo et eseguito fino al porto di Brondolo, mandando fuori nel mare di sopra di esso la Brenta, Bachigione et parte dell’ Adige. L’altro sarà questo, che cominctiarà al Musone, là dove se intestarà, et continuando fino al canal del Lio Mazor manderà sopra di sè nel mare essi fiumi Musone, Marcenego, Dese, Zero e Siile, di modo che questa laguna serà del tutto libera dalle fiumare. Serà sicura che per li lochi, dove al presente escono li predetti fiumi, li canetti non procie-deranno più avanti, come ala boca di Siocco, là dove non vi resterà altra acqua dolce, se non la macra della Brenta, che si tole dal Dolio in zoso sì per la navigation di Padova come per il bisogno di questa città, et questa anco si levarà via da esso porto con il tempo ; alla bocca de il Dese dreto Mazzorbo ; al capo del Sile tra Sant’ Ariano e la Cura, dove, ochii vegendo, essi canedi crescono a ruina di Torcello sì per il cattivo aere, che li fanno, corno che l’ànno posto in terraferma, li quali canedi per la mutation de essi fiumi non solamente cesseranno di augumentarsi, ma in pochi giorni gli fati si risolverano in niente. E la experienza si ha da Mergara in zoso fino al disotto di San Giuliano, là dove erano canedi grandissimi, che si causavano dalle acque dolci di esso Musone, che, passando per il Bottenigo, usciva per la rotta e per la buova, che era negli arzeri, che sono tra Lizzafusina e Mergara. Li quali canedi, per esser serrate esse rotte e buova da anni doi in qua e per esser restato il loco nel puro salso, sono hormai dispersi, utile grandissimo a questa città e sua laguna. Vi serà ancora questo altro benefitio, che, dove al presente vi è laguna dolce, vi sarà la salsa, che causerà grandezza della laguna, consumerà la atterration causata in essa et indurrà bonissimo aere in questa con il suo continuo flusso e riflusso, e farà grandissimo benefitio alli porti. A tergo: Per il Muson. (Venezia, Archivio di Stato, Savi ed esecutori alle acque, f. 92).