BALCANI i 9 / 2 - / Nel 1856 il Sultano Abd ul Mecid promulga la costituzione che conferma la libertà di culto e questo fa sperare ai macedoni slavi di poter costituire una chiesa propria, per sottrarsi all’influenza ellenistica del Patriarcato, il quale, indipendentemente da ciò, è corrotto, impeciato di simonia e trafficante. Nel 1859 il patriarca greco deve concedere per la sede di Kukus il primo vescovo bulgaro. Dal 1860 al 1870, per dieci anni, i macedoni lottano contro i vescovi greci finché un « ferman » del Padiscià istituisce l’esarcato bulgaro, cioè una chiesa bulgara autonoma, limitata dapprima all’unica sede vescovile di Veles. Nel 1872 sono creati i vescovadi di Skoplje e di Ohrid. In questo periodo la Porta, fedele al vecchio principio del « divide ut imperes » appoggia le aspirazioni dei macedoni e dei bulgari contro i greci. L’art. XXIII del trattato di Berlino sancisce il principio delle riforme per la Macedonia, ma la Porta si guarda bene dal costituire le commissioni locali previste dal trattato e presenta alla commissione europea incaricata della redazione dello statuto per la Rumelia orientale un progetto assolutamente deficiente. La commissione, a sua volta, redige e presenta alla Porta nell’agosto del 1880 un progetto assai dettagliato ed elaborato che però il governo turco non prende nemmeno in considerazione. In onta alle mutilazioni inflittele dal trattato di Berlino la Bulgaria guarda alla Macedonia come a cosa propria. Mediante l’influenza del clero, la vastissima rete di scuole (1), i sussidi morali e materiali ai « comitagi », essa si creerà in Macedonia una posizione predominante: saldi legami ed una reciproca e viva corrente di simpatia si stabiliranno fra bulgari e macedoni. La Serbia, invece, per lunghi anni, fino intorno al 1905 si interessa mediocremente della Macedonia: le sue aspirazioni territoriali non vanno oltre il Kosovo Polje e la sua organizzazione scolastica non si sviluppa fra le masse macedoni. (1) Ecco alcuni dati: 1896-1897: scuole 353, insegnanti 516, scolari 18.315; 1901-1902: scuole 859, insegnanti 1359, scolari 45.112; 1912: scuole 1x96, insegnanti 2096, scolari 70.000. Parallelamente si svolge l’attività religiosa a mezzo di 1329 chiese, 136 cappelle, 73 monasteri, 1371 preti e 7 vescovi. Tutte queste cifre comprendono anche le istituzioni culturali e religiose della regione di Adrianopoli. 28