278 DellaHiiloria di Corfù. mi danni. E quando egli conobbe, che i nemici erano in faluo ritornò addietro, e Taccheggiò,e prefe l’ifola di Egi-na; e vnitocon Confaluo Ferrando, mandato in ioccor-fo de’Venetiani dal Re di Spagna, diede fopra la Cefalo-nia,econ grande dragede’Turchi, l’ottenne; e poi di Santa Maura, e dello Zonchio s’impadronì con corfo feli-cifllmodi continue vittorie. Durò crudeliflìmala guerra coi Tureo fino al 15 o 3, in cui la Republica , più tolto richieda , ch’ella richiederle, fi pacificò con Baiazette, il quale alle imprefè dell’Alia hauea riuolto il peniìero. Così Federico Re di Napoli, e Lodouico Duca di Milano a’ danni de’Cridiani, incitarono ¡’Ottomano : mal'vnoo l’altro pagò la pena ; poiché quello, ipogliato delle Tuo prouincieda’Francefi, morì prigione; e quelli priuodel fuo Regno da’Galli,e da gli Spagnuoli, hebbe di gratia à riceuere da Ludouico di Orleans, à cui humile ricorfo, tanto,che potefl'e mantenerfi,nó più da Re,ma da ordinario vafiallo. Egli è però vero, che in Napoli hiciò a’fuoi nimici vna fcena di funeilillìme tragedie, c’hebbe gettatore vn mondo,non potendoli accordare i genij differenti de’Francefi, e de gl’Ifpani nel dominio di vna ftefla corona . Se la diuifero prima pacificamente, ma poi procu-randohorglivni, hor gli altri d’ingrandir la Tua parto, vennero à manifefte rotture, che non fi racconciarono no à che da tutto il Regno non furono i Francefi (cacciti . Onde rimaiè poi alla Corona di Cartiglia quel paefo che lungamente foggiacque allo feettro di Aragona ; e/ non hauendo paifato,cheda Spagnuoli, à Spagnuoli,non iilimo di hauer fallato qualora dilli,che da Alfonfo in qua fempre i Re di Spagna fono dati Signori di Napoli; tanto più,