Libro Settimo; 407 Era già perià la città, quando il Principe Ludouiiio, General iflimo delle fquadreaufiliarie, con le galee del Papa, di Napoli, di Sicilia, di Toteana,e di Malta, fi congiunte^ con parte dell’armata Venetiana, che fotto il General Molino Tattendeua, per fare qualche fattione, qualora fi fufsero i legni vniti con quei, ch’erano in Suda co’l Pro-ueditore Cappello. Il difegno era buono, e teli fufse prat-ticatopoteuafuccedere qualche battaglia conifperanza di tegnalata vittoria ; ma, qual fi fufse la caufà, non hebbe l'effetto,che fi íperaua. ITurchi, che afsediauano Suda, ou’era col Cappello anche il General Cornaro, non., furono afsaltati, e fopragiugnendo la rigorofà ftagiono non fi pensò, dall'vna, e l'altra parte, chea ritirarli, per fuggir le tempefte. Se all’infermo Regno di Candia, fu’l principio del fuo male, fi applicaua la medicina, non ha-urebbepreiò quel vigore, che poi comparueinfanabile. Ma mentre più Medici confultano, e non accordanfi ne* rimedi, l’ammalato peggiora, e la morte ineuitabilmente l’vccide. Pafsòl’inuernoin apparecchi d’armi, e di negotio; quelle fotto il comando di Franceteo Erizzo Duce di Ve-netia, che fi offerte à morir per la Patria ; quefto maneggiato co’l Re di Polonia, che per compiacere a’Venetiani s’era rifoluto di attaccar l’Ottomano. Ma fi oppote al negotio la Dieta, del Regno, che impedì al Re il muouer le forze contro del Tureo ; e al maneggio dell’armi con-tradiffe la morte, chesù lo fpuntar del 1545 tolte dal mondo il Serenillimo Erizzo, con quel fentimento delta República, che tra le fue difgratie quella ftimò la maggiore . Era già ftato richiamato il Molino per le fue indi-