BALCANI i 9 / 2 - i 3 renda : 150 cristiani uccisi e più di 250 feriti. La guarnigione interviene a cose fatte, quando le strade sono cosparse di cadaveri. Le autorità si affrettano a far seppellire i morti e comunicano che sono vittime delie bombe. Menzogna troppo grossa: a mezzo del corpo consolare della prossima sede viene condotta un’inchiesta, i morti sono dissepolti e si constata la vera natura delle ferite. L’emozione in Bulgaria è immensa. Le bombe di Kocane saranno la causa occasionale del conflitto. # # # Dal 20 gennaio (2 febbraio) 1912 al barone Aehrenthal è succeduto il conte Berchtold nella direzione degli affari del Ballplatz. Il nuovo ministro degli esteri imperiale e reale il 13 agosto comunica alle Cancellerie un progetto fondato essenzialmente sul decentramento e sull’autonomia amministrativa delle provincie macedoni. Le diverse Cancellerie accolgono garbata-mente il documento ma lasciano addormentare la pratica. Il Gran Vizir teme le ire dei Giovani Turchi e all’ambasciatore di Au-stria-Ungheria dichiara che la proposta di Berchtold è inaccettabile. La situazione si complica perchè la Porta largheggia in concessioni per placare gli albanesi ribelli, la qual cosa spinge i macedoni a reclamare l’applicazione dei diritti riconosciuti l’art. XXIII del trattato di Berlino. Si parla anche di riesumare il vecchio progetto della legge sui vilayet elaborato nel 1880 dalla commissione per lo statuto della Rumelia orientale, secondo l’art. XXIII del trattato di Berlino. Al ministro degli esteri francese, Raimondo Poincaré, recatosi in agosto a Pietroburgo, Sazonov non può più nascondere l’accordo balcanico. 'Il tortuoso ministro russo gli legge e traduce il testo. Poincaré aggrotta le ciglia, sorpreso: il collega russo non gli aveva assicurato che si trattava di un patto per garantire lo status quo balcanico? Altro che lo status quo! Questo è un autentico patto di guerra contro l’Austria e contro la Turchia. Inoltre la funzione di arbitro fra gli siavi del sud attribuita allo Zar segnerà l’egemonia russa nei Balcani. Ma Sazonov lo tranquillizza dicendo candidamente che la Russia potrà esercitare un diritto di veto per mantenere la pace. Il fine giurista francese, poco persuaso, manifesta il suo disappunto. 58