Libro Quinto. 271 confermati dal Principe i loro priuilegi, ed efentioni ; ma nell’ottanta di quel fècolo ripigliarono di nuouo Tarmi contro de’Turchi,iquali,doppo di hauer tentato in vano Rodi, fi fpinfero contro l’Italia,e con poco contrailo prefero Otranto, e minacciauan la Puglia. Non potea, perla confederatione, la República offender que’barbari, chiu-deua à ogni modo gli occhi, quando i fuoi vafsalli, à nome priuato iòccorreuano i Crifliani; come auuennea* Corcirefi,checon più di cento Grippi ne andarono in difendi Monopoli, da que’barbari, poco meno cheaisedia-ta. Cefsò pur’anche alla fine quefta tempeila,ed efsendo morto Maumetto,furono gli Ottomani aftretti da Alfon-fo, Duca di Calabria, e figlio di Ferdinando,Re di Napoli, à ritirarfi, e fuggire dal Regno ; ma non per ciò quietamente fi viife : poiché altre nubi, grauide di fdegni, par-totiron nuoue procelle. Per alcune differenze di non poco rilieuo fi accefe fieriilìma guerra tra’Venetiani, ed Ercole Duca di Ferrara, c’hebbe il patrocinio di Ferdinando di Napoli fuo Suocero ; onde è contro il Duca, e contro il Re alle mani fi venne. I Corcireiì con due galee, o feifanta Grippi accrebbero Tarmata Venetianalu'lPò,e con buon numero di feelte militie rinforzaron l’eièrcito di terra, che,diuifo, hebbedoppia vittoria, e de' Ferrare-iì iotto Sigifmondo da Elle, fratello ; e de’ Napolitani, guidati da Alfonfo, cognato del Duca. Rouigo, e tutto ilPolefine venne in potere de’ vincitori, e poi anche Ga-lipoli’n Regno, acquiilato con la fua morte da Giacomo Marcello Generale di mare, il quale feiogliendo da Cor-fu, con molte naui de’ Corcirefi afialtò la Città, che feco vna oilinata difefa. E volendo il Marcello animare i fuoi alT