Libro Serto. 303 attaccarono il fuoco auidi di rinfrefcare con quello gli ardori di Solimano. Fecero i noftri diuerfe fortite,fèmpro con la peggio del nimico, ma da’comandanti furono rattenuti per non diminuire il numero de’difenfori, i quali, benche vinceffero, qualcheduno de’compagni perdeua-no, non potendofi gl’incontri fare così à man jftlua, cho fenza goccia di fangue fi acquiftino le vittorie. Si trattennero i Turchi nelle fudette barbarie fino a’trentuno di Agoito, nel quale diedero principio allaifedio della Città capitale, e piantaron tre batterie ; vna fui monte preifo la Chieià di S. Michele con otto cannoni ; l’altra iopra il Tempio di S. Bafilio,verfo quello de’Santi Padri con cinque cannoni; e la terza non lungi della Chiefetta delta Madonna de’Cauaifileni con vndeci cannoni; e da ogni luogo cominciarono a fulminar le muraglie. Ma i Comandanti, che di tutto abbondauano fuorché di vittoua-glje, conofcendo bene, che alla fine farebbero coftretti à render la Piazza, prima che altro auueniffe, conchiuièro di liberarfi dalle bocche inutili con empietà pia, perche^ neceifaria alla conferuatione dell’aiTediata Corcira. Vecchi, donne, fanciulli furono efclufi dal riparo della Città, e cacciati fuora alla diferetion de’ nimici,che accortifi del ^ifogno di que’di dentro, non lilafciarono accodare alle taro trincee : onde que’miferi quindi da’Turchi, quinci battuti da’Criftiani, non fapeano qual partito prendere al taro fcampo. Pareano tante naui nel mezzo di Aquiloni e d’Auftro fpinte, e rifofpinte co’pericolo di fommer-gerfi fra breue, iènzaipeme alcuna di lorfalute. Era vna^ c°mpaifione vedere fra la linea de gli afsedianti, e le mura c'e gli afsediati quegl’infelici hor gire,hor ritornare ; hor giacere