Libro Settimo. 383 accefnperrinfolen?.a degli Vfcocchi tra’Venetiani, o Ferdinando Arciduca d’Auftria, e già quelli à que-fto haueano tolte più terre, e defignauano diaflediar-gli Gradiica .Chi legge le Hiftoriepuò ammirare la gran patienza della República, prima di rompere la pace; à che fu affretta, perche nè le furono oflèruate le promeife, nè mai que’ladroni fi attennero di predare ne’loro mari. I Turchi, ch’erano danneggiati, più volte ricorièro al Senato, il quale temporeggiando, hora all’Arciduca, hor’ all’imperatore mandauaMeflàggieri, acciò metteflèro qualche rimedioa’diiordini, checagionauanoiloro vaf-falli. Ma benche l'vno, e l’altro daflèro ièmpre buono parole, gli Vfcocchi non ceifauano da’fatti cattiui, danneggiando, non che gl’infedeli, gli Criftiani medefimi, con crudeltà così barbara, che non fi legge fierezza fimile fra gli antichi Pirati. Non puote più foffrire la República, e ceifando dal negotio, ch’era riufeito vano, impugnò l’armi, e fi fece ftrada con la forza alle giuileiòdisfattioni, che pretendea. I Corcirefi, doppo di hauere aggiuftato co’l Reggimento le differenze circa l’elettionede’Nobili nuoui nell’anno antecedente, nel 1616 armarono à loro fpeiè ièi cento fanti per quattro mefi,e coniegnandoli alla cura di Niccolò Schiadaloro Cittadino diConfiglio, li mandarono in foccoriò del Campo Venetiano,che allor’-afièdiaua Gradiica. Qui fecero i Corfioti marauiglie, iè-condandola direttionede’Capi,che co’l valore fi vedeua-no vicini alla conquida della Piazza, che in quaranta-quattro giorni di aifedio, e venticinque di batteria, hauea moftrataàbaftanza il coraggio diGiouanni Perino Vallone, che con mille e ducento huomini la difendea. l’ordine