Libro Settimo. 3^7 tanto male, che la diligenza di guardare i lidi, quando auidi di fare acquifti più grandi, riuolièro le prore verio dell’Adriatico ; e fi iparfe voce, c’hauefsero la mira a’te-fori della Caia Santiflìma dell’Oreto. Non fi puote à à ogni modo conoicere il loro difegno, aggirandoli tra la Valona, e Corfù, oue il Cappello, terzo Proueditore, con Tarmata Venetiana facea dimora. Appena quelli feppe, ch’eran comparfi Corfari, che vfcì à fine di combatterli, fé facefsero refiftenza : mai Barbari, che cerca-uano il lucro iìcuro, non le dubie battaglie, in vederlo fi pofero à fuggire, e nel porto di Durazzo fi chiufero, con penfiero di vicirne alla partenza delegni Venetiani. Fa-ceuano i conti à lor modojpoiche il Cappello erarifoluto di non lafciarlifino alla totale loro deftruttione,come fece con gloria del fuo nome,che fi refe celebre nell’Europa tra fedeli,che giubilaronojnelTAfia tra’Turchi,che fi fde--gnarono;e nell'Africa tra’Barbari,che piaièro larouina de loro infelici compagni. S’erano i Pirati fatti forti fu’l lido con buone trincere,e iòpraqualche baftione,ch’erefsero, piataron cannoni,tolti dalle loro ftefse galee,e difefi dalla fortezza hormai credeuanfi ficuri dalTinuafione dc’noftri. Ma non così auuenne per Tinduftria del Proueditore, che opponendo aioro Cartelli le Galeazze, mandòi Soldati, fra’quali erano molti Corcirefi, fopra barche alTaflàlto, il quale poco puote durare, per la codardia de’Mori, che fi faluarono dentro le mura con la fuga, e pel valore de’Cri-ftiani,che fuperarono le difefe. Tutte le galee vennero in potere del Cappello, e i vincitori hebbero onde fatiaro Tauaritia, eifendo i legni carichi di ricche fpoglie, guadagnate in più*facchi di Terre, e Villaggi de’Regni di Na-