104 SCRITTURE DI CRISTOFORO SABBADINO pura et che il canedo venga avanti. Certo, s’io non mi ho calciati gli occhi al contrario, non veggio crescer li canedi in la laguna, se non là dove 1’ acqua dolce se mes-seda con la salsa, e dove la esce in la laguna: et mò si vede che, dove inseno acqua dolce chiara, le rive sono tutte rosegate, e se mantengono sempre a un segno, et è da maravigliarsi che’ 1 canedo nasca là, dove non è l’acqua sempre dolce, perchè ancora lì, dove non fu mai aqua deli fiumi, nè fonti, ma solamente le piozzane, nascono li canedi, sì come son in le vigne appresso i lidi. Tamen non è tanto il rosegamento de l’aqua salsa cerca il roder, quanto è che’l maresino, qual continuamente batte in le rive, e che, dove spesso va l’acqua, o sia dolce o sia salsa, purché la sia chiara, se’ 1 vi è terreno, da se stesso el si consuma : e se’ 1 non vi è, mai ne venirà. E questo è il beneficio dila laguna, et l’exempio si ha nel Piovado, che, dopoi scavazzati dala Brenta nova li suoi scoladori, li boni campi sono doventati vale, perchè 1’ aqua, che ivi moriva, ha consumato il terreno. E a questo ho assai ben risposto, et per la verità. Circa ala quinta, dico esser tutto falso e non poter star per molte raggione, che sariano troppo longhe. A la quinta dele piozze, l’è il vero che, o siano canelle over terren, che, piovando, tanto pioverà su l'uno, quanto su 1’ altro, ma non è miga il vero, che, piovando dove son cane, esse la medema torbidezza, che faria poi dove è terra ; tamen va disputando questa cosa, e che l’una in l’altra conclude, che’l si atterrerano in fine li canali, nè altro rimedio sarà de cavarli, e che son qual pazzo, chi si voglia lassar romper la testa con speranza di medicarsela. Vorei che mi dicesse, per che cosa i fiumi vengono torbidi, e per che causa li canali, introno neh canedi, son chiarissimi, di modo che’ 1 si vede sin nel fondo. Dice poi «farò boschi e pradi». Questa sicurtà facilmente potria falar, et crederei a longo andar per il contrario. Là dove dice che con tempo senzza arzzeri la natura istessa li atterrerà, rispondo che senza far li arzeri e fossati, e non tenir bestiami sopra, anco che 1’ aqua dolce li vadi dentro, mai diventerano pura terra, dico mai, perchè ancor, come stano, o loro, o nepoti, o pronepoti, mangerano pane de suoi lochi, e potrà piutosto avenire che la laguna se perderia prima che queli, ancorché vi siano li arzeri, e queli si facino boni da coltivare, ecettuata la riva de Siocho et il dorso di Aguier. E questo è quanto in resposta de la sua longa scrittura per beneficio di questa laguna, rispondo. Assaissime fiate le ragioni ditte con grandissima audatia, et provate con assaissime raggioni, ancorché tutte fusseron falsissime et empieno il capo a l’audiente, talmente che, non conoscendo più oltra, tutti li crede, sì come ms. Alvyse Cornaro dice in una sua scrittura produtta a 1’ officio dele Acque in favor deli suoi arzeri adi xxjjj novemhio del 1541, per il che, havendo io risposto a ditta scrittura pur in scrittura et gionta a essa raggion quarta, che lui aliega esserle ditta contra de lui et quella risolve a suo modo, aligando cose fuori d’ ogni verità, non ho volesto faticarmi a risponderli, lassandola per cosa superffiua e per una chimera. Pur, mosso dala scrittura soprascritta, non mi voglio fidare che la sia da se stessa conosciuta chimera, ma ho volsuto risponderli in scrittura, non obestante che in una mia opereta contra quelli che dicono che’ 1 fondo del mare Adriatico ogni anni 100 cresci un piede di fondo, e parimente crescendo il fondo, cresce il comune di esso mare, si ha ampiamente risposto, e quella basteria. Ma perchè egli gagliardamente le cose, che son vere, le aliega per false, e le falsissime le afferma per vere, et a essa raggion quarta risponderò a questo modo. Dice egli che alcuni dicono che, se non fusseron li sui arzeri, le aque non se inai-