4i 8 Della Hifloria di Corfii" gue. Non vi è trionfo fenza qualche perdita ; e tra’fàici delle palme fuol mifchiarfi alcun -virgulto di ciprefso,ò di mirto. E pur quefta regola vniuerfale patifce la fua eccet-tione: ei Venetianinel i <551 fecero conoicere, che fi può vincere fenza danno. Haueano eglino {pianato S. Todero, per non dare occafione a’Turchi di ripigliarlo, quando, à Giorgio Morofini, Proueditor Generale,co-mefsala curadi Candia, fi modero à incontrar l’inimico con ventiotto Naui, fei Galeazze,e ventitré Galee. Alla bocca de5 Dardanelli, per prender lingua, fi drizzaron le prore; ma per via auuifato il Mocenigo Generaliilimo de’ diiègni de’ barbari f/ portò à Santorini, dal qual pofto fi vide l’armata Ottomana veleggiar verfo Candia coil. cinquantatre Galee, cinquantacinque Galeoni, e fei Galeazze. Si farparono fubito le ancore, fubito al vento le vele, i remi fi diedero all’acque ; e alla codabat-tendofi l’auuerfario fù alla fine affretto à riuolgereilca-po , e ad accettar la battaglia. Ma disfatta quafi lau Galea del Bafsà Comandante, e gli altri legnirouinati dal noftro cannone, i Turchi (limarono meglio il ritirar- li , nmurchiando le loro Naui con le Galee, per mancanza di vento. Lofteffoefemp!ofeguirono i Veneti, che non voleuanolaiciarfifcappar dalle mani iènza gabella^ coloro, che voleuano introdurre ne5 loro Regni merca-dantie, così groife, d’huomini, e d’armi : e di tanto fauo-rilli fortuna, che sforzarono prima le Galee à laiciare il ri-murchio, poi cofìrinicro i legni rimafìi à diuenirepreda ò del mare, ò del fuoco, ò de’gloriofiifimi vincitori. Tre mila Turchi morirono, cinquecento Criftiani furon tolti dalle catene, quattordeci Vafièlli furono prefi, e fra*