132 SCRITTURE DI CRISTOFORO SABBADINO Agli danni e dell’uno e degli altri dico che quelli deli scolatori, al par de quelli de un fiume, sono al parangone d’un pulze ad un helefante. Le acque delli fiumi per doi principal modi fanno grandissimo danno alla laguna. Prima nelle inondazion, con le quali conducono la terra, e quella, che precipita gioso deli monti, e quella, che gli è conduta dentro dagli scoladori, che cadeno in essi fiumi, tolta dalli piani, e quella, eh’ è portà dal repentino corso del fiume, elevata e dal fondo e dalle rive degli istessi fiumi, con la qual terra atterrano la laguna. L’altra, che con il continuar che fa l’acqua dolze in la laguna, sebben è chiara, perchè è continua, supera il salso, indolcisse il fondo, e lo immarzisse, e fa surger fuori li canedi conducendoli seco sino alli litti, come han fatto il Po, 1’Adige, la Piave, la Livenza, il Tagliamento e l’Isonzo, che son fiumi, che descendono dalli monti. Et in questa laguna il medemo haveria fatto la Brenta, se continuamente la fosse uscita per un loco solo ; ma perchè, essendo stata mossa et rimossa or de questo or di quell’ altro loco, ha fatto li canedi et atterrato in molti lochi, come ala ponta de Lovi, fatta levar via nuovamente, che scorreva lontana da Venetia passa 700; al fiume vecchio, apresso Lizzafusina, per dove de già al tempo del Serenissimo duce Foscari si veniva fino a S. Giorgi de Alega per terra ; ala ponta di Lame dreto San Marco; alla ponta de Resta d’ajo, che passava la mità di questa laguna; al porto de Malamocco, fuori per Siocho; al porto di Chioza, fuori per Monte Albano, damni di atteration e canedi, che se tutti fossero in uno loco solo, non solamente aggiongeriano alli litti, ma sariano in mare molti miglia. Il che non haveriano fatto nè fariano gli scolatori di acqua piovana, se fossero tutti insieme. E la ragion è questa, che l’acqua non continua nel salso, e si ben, per 30, 40 et 50 volte piovendo, viene per la laguna, il salso vi sta poi continuamente tutto il resto dell’ anno, e con la salsedine sua continue consuma quanto ha condotto il dolce e lo riduce in niente e non lassa indolcir il suo fondo, per il che possino nascer li canedi. Dico più che nel scolatore istesso, non potendo mandar fora in una volta 1’ acqua, quella alquanto si ritiene e depone nel suo fondo gran parte della sua torbidezza, dico nel fondo degli fossi, li quali poi si recavano, e con il terreno si bonificano li campi. Se li scolatori facessero lo istesso danno d’at-terratione, che fanno li fiumi, il Piovato, che stà anegato per non haver esito gli soi scolatori, che sono infiniti, seria, per dove passano, altissimo; il che è per il contrario, che, dove si riposa l’acque d’essi scolatori, tutto si consuma e de boni campi alti vengono canedi e molare bassissime, perchè, dove l’acqua sola sta continua, trasforma gli terreni in altra natura. Vedesi ancora per li conduti deli scolatori nascervi delle canelle, delle pavere, de zonchinassi, che tutti nascono dal fondo tenue, dove che, atterrando gli scolatori, come si dice, doveriano aver fondo duro e forte. Ma questo prociede dalle raggioni soprascritte, sicché non bisogna comparar il sorze col lione. Forzo è che, essendo attorno la laguna gli paesi, che sopra quelli vadino le piovane e che la piova, che, avanza oltra a quella, che assorbe gli terreni, cade al basso: nè per questo timor però si debbe restar di levarsi un danno molto peggiore, il qual danno certissimo nasce dalle acque continue delle fiumare, come si vede per la esperienza soprascritta. E di più a nostri giorni il Sile, che era chiarissimo, uscendo in la laguna di sotto di Torcello, havea di sotto del suo fine molte insule, quella della valle di 7 Saleri, la cura Sant’Ariano, tutte in acqua salsa, et al presente sono tutte congionte con la terraferma mediante gli canedi, che appresso quelle li ha condotto il Sile, e di più ha passato di sotto da esse il canedo in la laguna poco manco de mezzo miglio et va procedendo avanti. E de qui è causato l’aere pestifero a Torcello e Mazorbo. A Burano no, perchè è alquanto più lontano e più verso il mare, dove ha il flusso e riflusso de l’acqua de quelli entro i fori, il quale li tiene l’aere in moto, il che non intraviene a Torcello et