SCRITTURE DI CRISTOFORO SABBADINO 8l aprirla e lassar andar in la laguna, e che, essendo da ditti lochi alla laguna miglia tre, non farà danno a quella. In un’ altra sua deposition, datta in la causa, qual’ è tra un magnifico gentilhomo da ca’ Trivisan et il mag.® mes. Dolphin Valier, depone che certa acqua, la qual entra per un rotachio nel Foresto et viene per esso Foresto miglia XII e s’acompagna con molte altre acque, hor chiare, hora torbide, che la trova per suo camino, et infine insieme con quelle capitano ali molini delle Bebe chiarissime, et per le mode di essi molini vien nel canal delle Bebe, e con quelle del canale in la laguna, a tal che dal rotachio alla laguna non vi é manco di miglia XV, e dice che quell’acqua, la qual passa per esso rotachio, fa malifitio alla laguna, ma quella, che uscirà deli lochi del mag.® Cornaro, a lontan miglia 3 dela laguna, non li farà danno. Sichè, Cl.mi Patroni, caratate questa, e bastevi. Ala clementia, che egli domanda a V. S., altramente non rispondo, perchè quelle sono sapientissime, et egli è gentilhomo, che merita ogni ben. E Dio sa quanto mi duole che’l sia caduto in questo erore. Circa li cento milia campi, quali sono serati dali arzeri, e deli fratti de S‘a Iustina e d’ altri, non so dove habino campi atorno questa laguna, apresso il Foresto, e che ha da far il Foresto con la laguna, et il medemo da Lizafusina al Dolo, perchè vi sono li arzeri de sotto verso la laguna, et il loro arzerar, over non arzerar, non puoi esser nè di utile, nè di danno ala laguna. Dice poi che li suoi lochi sono tanto lontani da Venetia, quanto è da Venetia al Dolo. De questa mesura lasso il carico a quello, ma non è per questo che ’1 si debba lassar perder la laguna, la qual è tra il porto di Malamoco e quel di Chiozza, nè men quella tra il porto di Chioza e quel di Brondolo ; pegio quella tra li Treporti e Lio Mazor, per esser lontane da Venetia più che non è il Dolo, per le molte raggione ditte per avanti. Nè importa che li suoi lochi siano più sul Padoan che sopra il Venetian, nel Ducato, perhò, che tutto è di questo dominio. Hor, concludendo, richiede che le S. V. debbia terminar che li sui arzeri stiano, e per la mia oppinion e per le rason ditte e per mi da novo aligate dico che queli così fati et altri, che si trovasseron de sotto dali arzeri da Lizafusina a Marghera, Cava nova e Brenta nova, si fano a Conche come a Brondolo, dove è terminato che la Brenta habbia l’esito al mare, tutti siano desfati e redutto il terreno, se vi è terreno, over quella materia, dela qual son sta fatti, tutta terra, e lascerà ascender le acque salse e con il suo comune e con li soracomuni, fin là dove ascender poleno, per lo utile e beneffitio de questa cità. Tamen mi riporto al sapientiss.® iuditio de V. E. S. e di chi sa più di me. (Savi ed Esecutori alle acque, Relazioni periti e deposizioni, voi. 165, c. 12 sgg.). 2. 1541, Adi’ 28 marzo. Io Cristoforo Sabbatino, inzegner, havendo veduto e letta una scrittura datami per nome de le SS. VV., Clar/mi Savij sopra le acque, per la qualle par quelle desiderar de intender il parer deli inzegneri, se il far li arzeri, il coltivar deli loci e redur quelli a coltura et a domestichezza, massime in quelli lochi, li quai sono restati dala banda verso la laguna de soto deli arzeri dela Brenta nova, Brenta in Resta d’aio et Cava nova, che discore da Lizafusina al Dese, serà utille 0 de danno a