Libro Quarto. 177 cominciai fignoreggiare nel paefe della FeniceMaomet-to, che ne’ polleri, a' noflri danni, diuerrà immortalo > Co’ Torrenti di fangue eftingui quella face, che col tempo ridurrà in cenere l’imperio c’hor tu poilìedi. A cho celebrare trionfi’nGerufalemme ? La croce teco porta, contro colui, che, con lafualegge ermafrodita, impugna piincipalmente il Vangelo. Mauritio,a’tempi di cui egli nacque, non puote conoicerlo, che bambino, tùilrauuiiì gigante, e non l’opprimi ? Vanne, và à fpiegare la piace-uolezza Criftiana tra gli Arabi, e àque’ ladroni inlegna , come poffa rubarti facilmente l’Empireo. Vccidi Maometto,iè vuoi, che viua tempre gloriola la tede. Ma Era-elio , intento à componere lo {concertato Imperio, non-, afcolta le mie parole. Dell’Arabia non cura,hauendo l’occhio all’Italia, la qual’era in gran pericolo, benche fuifo cilinta la fellonìa di Eleuterio. Mandò egli per Eitarco Ifa-cio, Patritio Coftantinopolitano, huomo fàcrilego, m«o per altro valorofo. Quello, con gli aiuti de’ Corcirefi , vinfe vn tal Mauritio,capitano di alcune iquadre imperia- li , che al Regno d’Italia afpiraua. Nè Teodoro Callipa-,, che per l’improuifa morte d’Ifacio pafsòal goueruo dell* Eflàrcato,puote lagnarti de’ Corfioti;poiche,oltre gli ho-nori3 fattigli nel palfaggio in Corcira, iu prouiflo di naui, cfoldati à baftanza; onde fu valeuole à fronteggiar Rosari , Re de’ Longobardi, che in Italia fàuoriua la parto de gli Arriani. Egli è vero, che Callipa, prefTo Modona, con la morte di fette mila de’ tuoi, hebbe la peggio nellau battaglia ; ma fe non erano i Corcirefi haurebbe hauuto vna totale feonfìtta. Onde l’Effarco fcriffe del valore di ^uci marauiglie all’ imperatole, il quale con tue lettero B t> rin-