SCRITTURE DI CRISTOFORO SABBADINO 143 Però bisogna far le provision per una de queste doi vie : o tagliarla di fatto et impedir l’alveo vecchio, acciò si atterri da per sè et che li viandanti del Friuli per terra habbino un sottopasso per passar ; over tagliar un’ altra volta dal di sopra dal Ponte dalla banda di Oderzo e drezar l’aqua nell’ alveo, che passa dal Ponte via. Il che fatto, il loco, dove al presente minatia ruina, si amonirà da se stesso. Dal loco del Ponte di Piave in suso la Piave di fiume tutta si risolve in torrente per non vi esser muodo di regerla con arzeri. Et per difendersi da essa Piave se ha cominciato certi arzeri dalla banda verso il Siile, non della grandezza delli primi, che sono dal Ponte in zoso, per non esser di tanta necessità, ma alquanto minori, pur bastevoli al bisogno, una parte di quali, fati già molti anni, cominciano, dove finiscono li nuovi, et vanno seguitando fino alli molini della Siega. Questi in molti lochi sono talmente arbasciati, che non sariano suffitienti a tener la inondation dell’aqua, che, superando esse bassure, non venisse nella laguna. Et però fa di bisogno che siano riconziati. Andassimo di sopra dalli molini della Siega, là dove di sotto da Saletto sono cominciati a far delli arzeri novi verso la laguna, li quali debono scorer fino di sopra la villa di Candelù apresso l’acqua della Piavesella, li quali arzeri non sono ancora finiti, ma si lavora in essi. Et, gionti al Candelù, vedessimo il loco, là dove il protho di Piave aricorda si faci uno busenello sotto l’arzere, per il quale passase alcuni ramiselli de Candelù. Et veduto il tutto et ben considerato per li prefati inzegner et prothi dell’officio, fo concluso non far di bisogno busenello alcuno in dito loco, ma che’l si conviene, fatto che’l sia l’arzere, otturar con terreno quelli dui ramiselli del Candelù per passa 10, over 15, lontano dall’arzere verso Piave. Gionti alla villa de Candelù, trovassimo che la Piave tutta cadeva da quella banda et haveva mangiata talmente la riva, che la era poco lontano dalla giesia, et sempre de tempo in tempo andrà rodendo e rovinando. Et la provision saria, per quello che aricordano li soprascritti, che più di sopra da Candelù, dreto Maserada, si cominciasse per la Piave uno arzere de cuogholi e giara, che, secondando l’aqua, conducesse la furia de quella nel suo alveo e ramo antiquo delle Fontane, et a questo modo se defenderia quel loco. Et perchè li arzeri nuovi, che si fanno al presente da Saleto fino de sopra da Candelù et debono finir apresso la Piavesella, et de tutta questa longezza è fatto il partidor et è data la sua portion a tutto il Trivisan, tamen, per quello che si ha veduto, si potriano finir essi arzeri, dove fin hor son gionti, però che da lì in suso mai la Piave ascende sopra la riva ne’ terreni in quel loco, et, in cambio de quella portion assegnata, far che siano alciati, dove sono bassi, et fortificati, dove sono deboli, li arzeri diti di sopra, che cominciano in capo deli arzeri nuovi et finiscono ali molini della Siega, che sarà opera bonissima. Dreto Lovadina la Piave ha tanto rodesta e consumata la riva da quella banda, che la non è lontana dal ramo de Lovadina se non pertege 10. Al loco, dove fo nuovamente fatto il muro de Sprisian e refato quel de Noal, fato già molti anni, la Piave ha tanto intacata la riva verso Treviso, che l’ha cominciato a cavar tra il muro e la riva et ha da mesi 9 in qua portato via de 9 passi del muro recontrato, et chi non li provede, lo rovinarà tutto et entrarà nel ramo di Lovadina, che non è lontano passa 6. Et la provision saria questa : continuar esso muro da passa 200 e non lo far dreto, ma inconeado, per tuor il corso continuo dela Piave e di sopra dal muro nuovamente fato tirarli delli penelli con delli gorzi per lontanarsi il corso della Piave più che si potrà.