Libro Serto. 347 il corno deftro con cinquantacinque galee : nouantacin-que legni erano nel finiftrofotto la condotta del nuouo Re di Algieri Vluzzalì Calabrcfé : trafcorreua auanti co' nauigli più leggieri Cai acozza, famofiisimo tra’Corlari, non meno dell'eftinto Dragut valoroiò, ed attuto„ Quelito fucaufà del conflitto, al quale mai non farebbe vcnu* to Alì, quando gli haueffc riferito giufto il numero delle galee Criftiane : ma egli, che ardeua di dcfiderio di roui-narlenoftrecofe, co’l diminuire al Bafsà le forze fedeli, ammolloàvna battaglia, che diifuadcuano gli altri Ca* pitani, che fi accomodarono alla pugna, perche fù loro detto, che tal’era il volere del Gran Signore. Hor, efc fcrxio quinci, e quindi pari la volontà di combattere,non tu difficile a gli vni, e à gli altri, l’attaccare la mifchia, che à poco, à poco diucnne così fanguinofa, che vermiglio diuentar fi videro quelle onde, che ne’loro azurri fi glo» riauano copiare il Cielo nel loro grembo. Le galeazze fecero l’imprefsione più formidabile, che immaginare fi poiTa; e de nimici legni deilrufsero vna gran parte ; onde in vn baleno, al fulminar de’ cannoni comparue il mare ieminato di farti, e innaffiato di fangue. Viuzza-U fi moflb contro il Doria, che , allargandoli à prendere il vento , diede fperanza al barbaro , che fuggite : su la quale credenza feguì l’incalzo , e dieco galee, che s’erano diuife dalle altre , circondò con le lue , e doppo oftinato combattimento fé prigioniere. Era fra quefte quella di Pietro Bua Corcirefe, il quale con tanto valor fi difefé ,che la picciola vittoria al rinegato fece coftare cariifima. Oprò egli cofè tali,che la morte non gl» tollc l’immortalità della fama, al fentimento del mede- Z z 2 fimo