Libro Serto. 311 le armi Criftiane, in ogni luogo infelici ; poiché Gabriel daRiua fù rotto à Obroazzo da A murat rinegato,il quale preflò àCliflàfconfilfe Pietro Croficchio con molta gente Italiana, e Tedefca ; e Maumetto Sangiacco di Belgrado fugò Giouanni Cacciane con l’efcrcitodel Re Ferdinando nellJVngheria, vccidendo il Conte Ludouicodi Lodrone con la maggior parte della caualleriaSifìòna.,, Carintia, e Auftriaca, che fòla fe tefta. Che fè bene il General Peiaro, & il Vitturi pre/èro, e iìnantellarono Scar-dona, non fu che poca vendetta, confiftcndo la gloria-nell’haucr fugato il v incitor Solimano. Io non fono così pieno di paffione, che non confcili, che gli fece paura-la lega, che contro lui fi conchiufe tra il Pontefice, l'imperatore , & i Venetiani, ma dico, che la cauia principale della fua ritirata fu la coftanzade’difenfori, nè dalla fame , nè dalla tema, nè dalla compailìone indotti à picciolo fógno d i voler cedere alle Turchelche minaccie. Cofa, che rapportò à Solimano Aias, e fu motiuo, che fi fcioglicflè qucll’afledio, che parea voleflè durare fino all’acquifto totale dell’Ifola. Rimafè, doppo la partenza de’Turchi, la Prouincia-così deftrutta, che del fuo bel corpo non moltraua, cho vn deformifTimo fcheltro,il quale nelle nude pietre di offa fpolpate portaua vna miferabil figura. Le campagne,efi-liate Flora, e Pomona, fol di fpine, e di lappole feconde, non poteuano piomettere,che aborti di careftia. Tronch’ inutili erano gli alberi, che, lènza fronde, poco fi fòlleua-uan dalle radici ; e le piante fruttifere, non fòftenendofi n piede, ladoue non fòmminiftrano cibo alla bocca, diuen-gon cibo di fiamme. Gli edifici più nobili,fotto vn mucchio