118 SCRITTURE DI CRISTOFORO SABBADINO C) CANAL GRANDE 14. RISPOSTA ALLA SCRITTURA ZEN 1550, 7 FEBRARO Havendo il clar/mo messer Nicolò Zen, savio dignissimo della laguna, dette molte cose in scrittura circa il Canal grando di Venetia et essendo di suo contento che per gli prothi a maggior dilucidation della verità gli sia risposto, io Cristofaro Sabbadino, inzegner e protho dell’offitio delle aque, havendo havuta essa scrittura, non già per contrariar a Sua Magnificentia, in questa peritia molto più intelligente di me, ma per obbedirli, essendoli bon servitore, com’io sono per obligo mio, e per compiacerli, conoscendo certo Sua Magnificentia altro non desiderar della delucidation della verità per il benefitio di questa famosa città, così amorevolmente con la presente scrittura rispondendo alla sua se intenderà il parer et giuditio mio. Dico li canali, che servono alla laguna di Venetia, corno al presente la si ritrova, non sono stati formati dalla forza dell’ a-qua del mare, che, entrando in quella per li porti, gli habia cavati in tanta longezza, quanto l’aqua di esso mare sia ascesa e si sia dillatata per quella, ancorché esso mare sia l’agente et il dator de l’aqua e la laguna il patiente et ricipiente, che essa aqua riceve, e questo per raggione e per esperientia. Per raggione dico che maggior forza ha il peso dell’ aqua, che descende, che quella, che ascende, e maggior peso fa maggior corso, et il maggior corso cava. L’ aqua, che entra per li porti, si puoi dir che ascenda, perchè la si parte dal mare, loco più profondo che la terra, e viene in la laguna verso terra in poca largezza e profondità e verso gli monti con poco corso, e quella, che dalla laguna si parte, va al mare, e per la grandezza e profondità di quello discende con gran corso. L’agente veramente è ben quello che dà l’aqua, ma per uscir quella fuori del mare, per la stretezza degli porti et entrar in una laguna con poco fondo, viene senza forza, perchè, trovando lo impedimento delle velme, perde il corso, poi, ascesa sopra quelle, essendo alte, si spiana e solamente atende a impir il vacuo e non a cavarlo, perchè non ha forza, et è solamente agente di aqua e non operante di cavation. La laguna, che ha ricevuta 1’ aqua, et abbassandossi il mare della grandezza che gl’ è, durando esso bassamento hore sei, l'aqua, che è corpo grave e mobile, desiderando di ritornar al suo primo recetaculo, uscendo, cade dalla altezza alla bassezza e va con maggior corso che la non vene, e questo discender cava, e quanto è maggior la laguna, tanto maggiori si formano li corsi sì nello entrar, come nell’ uscir. Ma sempre è maggiore quello dell’ uscir che quello dell’ entrar per le raggion dite, per isperientia ; dove prociede che gli canali di questa laguna, che servono al corpo di Venetia dal partiaqua di S. Spirito a quello di S. Antonio di paludo (perchè quelli del resto della laguna fano uno altro effetto), si perdono e vano mancando, verso le rive della terraferma dal fabbricar delli arzeri, che discoreno dalla bocca di Sciocho a quella del Dese, perchè gli è mancato il peso et il corso, mancandoli l’aqua di sopra, e pur fino alli arzeri vi ascende l’aqua del mare. Verso il lido veramente non sono mancati li canali, come