4 $6 Della Hiftor ia di Coriù lòVcndraminoProueditorc altro intercise mai non mo-itrò, che del feruigio del Tuo Principe, i nuiando a Candia del continouo foccorfi di gente, e denaro, di cui mai non moltroifi auido,che à publico beneficio. Contegno egli l’vfficio, amminiftrato con ogni rettitudine, e applaufo fino al 6s3 à Niccolò Michele, huomo,che compiua tutt’ i numeri d’vna perfetta prudenza. Eraquefto digniftìmo Senatore così amato da5 Corcirefi, che à fuo compiacimento inuiarono del continouo foccorfi di gente da fat-tione, e da remo in Candia ; e nel Configlio, appena aprì egli la bocca per iipiegare il bifogno dellepaghe del prefi-dio, che gli furono di buona voglia conceifi à tal’effetto tre mila ducati. Nèfiamarauiglia, che in CorfùfuiTo grande la fua itima, la doue in Venetia era maggiore, fe fi hà riguardo al non hauer mandato Generale in tempo del Tuo gouerno, perche vn tal Soggetto non meritaua Superiore ; e alPhauergli delegate le caute de’ villici oppreilì da’ Nobili , autorità, che a’ foli Generali dal Principe fi concede . Io vorrei hauer più candido inchioitro per moitra-re all’EccellentiiTimo Michele la bianca fede della mia^ Patria, che da lui eletta per Commadre nel battemmo di Spiridione Tuo figlio, fi come fi gloria di tal parentela fpi-rituale, così fi vanta di hauere incontrato il patrocinio di v n Padrone, à cui co’l tempo il fuo merito prefaggitee i gradi, più fublimi della Republica. Ma per non inoltrarmi ,benche fuo teruo, in nulla appaflìonato, daluirito-glio la penna, e volo à Corcira, per condurre à Venetia, Michel Digioti, e Panagioto Giuitiniano,Ambafciatori eletti dalla Communità, per impetrare molte gratie dal Senato, e in particolare,che i libri delle temenze crimina-